Il 2023 è arrivato, e con l’Epifania si chiudono le festività natalizie. Un anno si è concluso e altri 365 giorni si presentano davanti a noi con buoni propositi. Forieri di nuovi ed entusiasmanti progetti. Ma facciamo un passo indietro, al 2022, dove, sempre a proposito di progettualità, noi di Faedesfa abbiamo incontrato nuove persone, nuovi amici. Tra questi c’è la famiglia Ceotto che da generazioni cura con passione i propri vigneti nel trevigiano, lungo la strada del Prosecco. Abbiamo incontrato Mauro Ceotto che ci ha raccontato la passione con cui ogni giorno lui e la sua famiglia affronta le sfide del settore vitivinicolo. Abbiamo fatto un brindisi con lui e lo facciamo simbolicamente con tutti voi. Buon 2023!

Ciao Mauro, raccontaci la storia della tua Azienda. Come è iniziata? La nostra è una storia di famiglia. Cerchiamo da sempre, con orgoglio, di valorizzare questo aspetto. Fino a poco tempo fa la nostra era un’azienda a triplo indirizzo: sino al 2000 curavamo la stalla con vacche da latte e da carne e poi la parte di cantina con vendita al dettaglio. Questa era la nostra idea di azienda agricola completa e autosufficiente che impegnava molte energie. Per diverse questioni abbiamo deciso successivamente di portare avanti la nostra vocazione viticola. Nonno Pietro, e ancor prima il mio bisnonno ci avevano già aperto la strada e lungo quel percorso tracciato abbiamo proseguito, facendo però determinate scelte. Oggi siamo papà Paolo, io e mio fratello Dario a portare avanti la tradizione

E i vini, i vostri prodotti come nascono? Sotto il cappello di vignaioli siamo degli artigiani del vino. I nostri vini sono unici e cambiano di anno in anno. In ogni prodotto mettiamo la nostra personalità: per ogni ogni annata cambiamo noi, cambia il terreno, cambiano le tecniche che si rinnovano, e quindi diamo una differenziazione migliore del vino. Diciamo che anni fa c’era un approccio razionale del lavoro, oggi invece ci mettiamo del nostro e aggiungiamo quel quid che rende speciale e unico i frutti dei nostri vigneti.

Dove vi trovate? Siamo nel trevigiano, nella direttrice che collega Conegliano a Valdobbiadene. A metà strada tra i due, a un km di distanza dal fiume Piave, un dettaglio quest’ultimo non indifferente. E sapete perché? Il Piave corre attraverso le montagne, lungo la Pedemontana e poi nella zona nel Montello. Si crea un flusso di aria che scende dalle montagne e questa brezza fa sì che i grappoli non siano soggetti ad attacchi parassitari. La gola d’aria che si crea genera piccolissime differenze che portano all’abbassamento della temperatura e così  il venticello toglie l’umidità e fa sì che i parassiti non si sviluppino.